
Ortocheratologia: 12 anni di efficacia e sicurezza
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Ortocheratologia, effetti e sicurezza: 7 anni di conferme
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Ortocheratologia e gestione della progressione miopica nei bambini (II parte)
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L’ortocheratologia migliora la vi(s)ta
“L’ortocheratologia migliora la vita”: lo dice la scienza
L’ortocheratologia migliora la vita, oltre che la vista. Parola di scienza! Anzi di Lipson MJ, Sugar A e Musch DC che, nel 2005, hanno pubblicato su Optometry and Vision Science, la rivista ufficiale dell’American Academy of Optometry, lo studio dal titolo Overnight corneal reshaping versus soft disposable contact lenses: vision-related quality-of-life differences from a randomized clinical trial.
Lo studio
Lo studio valuta e mette a confronto l’acuità visiva, il comfort oculare ed i sintomi correlati, la percezione soggettiva della qualità della vista e le ripercussioni sulla qualità della vita di pazienti appartenenti a due gruppi: i portatori di lenti a contatto morbide ad uso diurno e a ricambio frequente, da un lato, e i portatori di lenti a contatto ortocheratologiche notturne (lenti che si indossano solo di notte e consentono di veder bene durante il giorno), dall’altro.
I soggetti selezionati sono stati assegnati in modo casuale a far parte, alternativamente, per un periodo di 8 settimane, ad uno dei due gruppi in questione. A conclusione del periodo di prova di una delle modalità di utilizzo delle lenti a contatto analizzate, i soggetti hanno risposto al questionario NEI-RQL42. Completate entrambe le fasi dello studio, da 8 settimane ciascuna, i pazienti hanno espresso la loro preferenza, sia in termini visivi, sia in relazione alla qualità della vita.
Cosa è emerso
Degli 81 pazienti reclutati 65 hanno completato entrambe le fasi dello studio e compilato correttamente e completamente il questionario, per poi sottoporsi ai controlli di follow up per la misura dell’acuità visiva e l’ispezione in lampada a fessura della superficie oculare.
Dei 65 pazienti che hanno concluso lo studio, ben 44 hanno mostrato una netta preferenza per le lenti a contatto ortocheratologiche a fronte dei 21 che hanno, invece, preferito le lenti a contatto morbide ad uso diurno.
In altri termini, stando agli esiti della ricerca, il 67,7% della popolazione ametrope che accede al trattamento ortocheratologico (i requisiti di inclusione a questa tipologia di lenti a contatto sono di competenza optometrica in relazione agli aspetti refrattivi e di competenza oculistica in relazione allo stato di salute dell’occhio) sarebbe maggiormente soddisfatto dei risultati ottenuti correggendo il proprio difetto visivo con lenti a contatto ortocheratologiche notturne, anziché con lenti a contatto morbide usa e getta. Con conseguenti effetti positivi sul miglioramento della qualità della vita oltre che della vista.
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Lenti a contatto ortho-k: regole per un’applicazione sicura
Ortocheratologia e lenti a contatto ortho-k: regole per un’applicazione sicura
Ortocheratologia un termine complesso per descrivere una semplice strategia di correzione ottica della visione attraverso speciali lenti a contatto (lenti a contatto ortho-k) che si indossano la notte durante le ore di sonno e agiscono attraverso un lieve e temporaneo modellamento di una porzione molto superficiale dell’epitelio corneale (lo strato più esterno dell’occhio) senza implicare modifiche di strati più profondi della cornea [1]. Grazie a questo leggero e dolce meccanismo di azione sono in grado sia di correggere, durante il giorno, la miopia, liberando il paziente dall’utilizzo di occhiali da vista o dall’uso di lenti a contatto diurne, sia di esercitare un accertato effetto per il rallentamento della progressione della miopia [2].
Ortocheratologia: storia di successo
Negli ultimi anni, in tutto il mondo l’ortocheratologia sta riscontrando un notevole incremento di interesse e diventando sempre più popolare, specie nelle regioni dell’Asia e del sud-est asiatico: qui il trattamento con lenti a contatto ortho-k viene utilizzato e suggerito dai professionisti dell’eye care (oculisti e optometristi) principalmente per il controllo della progressione della miopia in età pediatrica e adolescenziale. Come sappiamo, però, in tutte le pratiche cliniche, tese al mantenimento e al miglioramento del benessere del paziente, ogni azione deve essere misurata e ponderata sulla cosiddetta “bilancia dei rischi-benefici” ed anche la preziosa pratica contattologica, rappresentata dall’ortocheratologia, non può e non deve sfuggire a queste regole generali di buona condotta e prudenza professionale da parte di chi si assume la responsabilità di gestire l’applicazione delle lenti a contatto ortho-k.
Ortocheratologia: occhio al professionista
I potenziali utilizzatori di queste speciali lenti a contatto ed i genitori dei bambini e ragazzi con miopia progressiva accertata che volessero accedere al trattamento contattologico, sia per correggere il difetto della vista, sia per rallentare l’avanzamento della miopia stessa, non dovrebbero dimenticare che è di assoluta importanza rivolgersi soltanto a personale professionale debitamente formato, qualificato e certificato per la progettazione, realizzazione e gestione di un’applicazione di lenti a contatto ortho-k, in quanto necessitano di un protocollo applicativo particolare ed esclusivo, in relazione ad alcuni aspetti, rispetto ad altre tipologie di lenti a contatto ad uso diurno.
A supporto di queste equilibrate e responsabili raccomandazioni, posso chiamare in causa un buon lavoro scientifico condotto e realizzato da Cho P., Cheung S.W., Mountford J. e White P. e pubblicato, a febbraio 2008, sulla rivista Contact Lens & Anterior Eye, giornale ufficiale del B.C.L.A. (British Contact Lens Association), dal titolo Good clinical practice in orthokeratology.
Dal lavoro emerge che il rischio di complicanze può aumentare con l’uso di lenti a contatto notturne nei bambini, ma se i professionisti applicatori delle lenti a contatto ortho-k seguono le linee guida, migliorando la loro pratica ortocheratologica, si riducono al minimo i rischi prevedibili e correlati all’uso di queste lenti a contatto.
Gli autori del lavoro sopracitato considerano requisito fondamentale la formazione teorica e pratica del professionista applicatore di lenti a contatto per ortocheratologia. Ritengono altresì fondamentale programmare e rispettare un rigoroso calendario di controlli per valutare gli effetti e le risposte oculari derivanti dall’applicazione notturna delle lenti a contatto ortho-k nel periodo iniziale (in media circa 30 notti) prima di promuovere e confermare la possibilità di indossare con sufficiente sicurezza le lenti a contatto per ortocheratologia.
Gli operatori professionali, a cui vi rivolgerete per l’applicazione delle lenti a contatto ortho-k, hanno quindi l’obbligo di fornirvi tutte le necessarie informazioni, sia in forma verbale che scritta, prima e dopo l’inizio del trattamento di ortocheratologia, al duplice fine di mettervi in condizione di conoscere a perfezione le corrette norme di utilizzo e manutenzione delle vostre lenti a contatto, così come le norme di igiene personale per ridurre il rischio di contrarre infezioni della superficie oculare ed evitare eventuali scomode controversie legali.
Altra questione molto importante e vivamente suggerita, anche nello studio chiamato in causa, è la disponibilità dell’optometrista applicatore a rendersi reperibile, in caso di necessità, al proprio numero di cellulare.
Una volta promossa l’applicazione e consegnate le lenti a contatto per ortocheratologia, i pazienti devono essere richiamati regolarmente per eseguire visite di controllo contattologiche con il proprio optometrista applicatore e tutte le comunicazioni con i pazienti devono essere adeguatamente documentate. Tengo a precisare a tutti i miei pazienti che, oltre al rispetto rigoroso del calendario dei controlli optometrici, pretendo almeno un controllo annuale medico oculistico per la valutazione del buon andamento del trattamento ortho-k, anche in relazione agli aspetti di competenza oftalmologica.
Vorrei concludere, in pieno accordo con Cho P. e gli altri co-autori di questo prezioso lavoro sulle linee guida da seguire, che la chiave per fornire una pratica ortocheratologica sicura passa dal continuo aggiornamento delle conoscenze teoriche e dall’incremento delle abilità pratiche dei professionisti nella gestione di una ottima applicazione di lenti ortho-k. Tutti i miei sforzi sono tesi ad educare l’utenza ad una scelta molto selettiva degli operatori a cui affidare il proprio benessere visivo e oculare.
Cercate, quindi, di rivolgervi sempre a professionisti culturalmente convinti e predisposti alla collaborazione tra optometrista e oculista, al fine di poter ricevere il meglio da entrambe le figure professionali per le rispettive competenze di cui avete sicura e contemporanea esigenza.
Bibliografia:
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Lian Y, Shen M, Jiang J, Mao X, Lu P, Zhu D, Chen Q, Wang J, Lu F. Vertical and horizontal thickness profiles of the corneal epithelium and Bowman’s layer after orthokeratology. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2013 Jan 23;54(1):691-6.
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Wen D, Huang J, Chen H, Bao F, Savini G, Calossi A, Chen H, Li X, Wang Q. Efficacy and Acceptability of Orthokeratology for Slowing Myopic Progression in Children: A Systematic Review and Meta-Analysis. J Ophthalmol. 2015; 2015: 360806.
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Lenti a contatto ortocheratologiche: come ridurre il rischio d’infezione
Lenti a contatto ortocheratologiche: l’importanza dell’igiene
Una delle questioni che con maggior forza e determinazione cerco, durante la mia pratica contattologica, di trasmettere sia ai portatori di lenti a contatto ad uso diurno o di lenti a contatto ortocheratologiche notturne, sia ai genitori dei più giovani portatori di lenti a contatto o di lenti a contatto ortocheratologiche (in particolare in età pediatrica per il controllo della progressione miopica) è il rispetto assoluto delle norme relative alla pulizia e alla manutenzione delle lenti a contatto normali e delle lenti a contatto ortocheratologiche.
A sostegno dei miei impegni e dei miei sforzi divulgativi chiamo in causa la scienza tramite il suo mezzo più attendibile e rigoroso: le pubblicazioni scientifiche e, in particolare, lo studio condotto da Wong V.W. et al. nel 2011, pubblicato sulla rivista Cornea, dal titolo Pediatric ocular surface infections: a 5-year review of demographics, clinical features, risk factors, microbiological results, and treatment.
Lo studio
I ricercatori hanno valutato e studiato, per un periodo superiore a 5 anni, le cartelle cliniche di 138 pazienti di età inferiore a 18 anni che avevano subito raschiamento corneale o tampone congiuntivale per la diagnosi di infezione della superficie oculare. Sono stati registrati i dati demografici, le caratteristiche cliniche, i fattori di rischio, i risultati microbiologici ed il trattamento farmacologico instaurato per la terapia dell’infezione oculare riscontrata. Le infezioni della superficie oculare sono state, quindi, classificate in quattro gruppi: cheratite infettiva (gruppo 1); blefarocheratite e blefarocongiuntivite (gruppo 2); congiuntivite (gruppo 3) e ostruzione del canale naso lacrimale congenita o dacriocistiti (gruppo 4).
L’uso delle lenti a contatto, associato alla presenza contestuale di blefarite (la blefarite è un’infiammazione delle palpebre che si distingue per la comparsa di crosticine, squame ed ulcere irritative lungo il margine palpebrale), è risultato il principale fattore di rischio di infezione. Il tasso di positività relativo alla presenza di microrganismi patogeni è stato del 60,9%, di cui il 65,5% era dato da organismi Gram-Positivi e il 23,2% da Gram-Negativi, seguiti da Pseudomonas Aeruginosa (9,4%) e Staphylococcus Aureus (8,0%). La presenza microbica patogena era più alta nel gruppo 1-cheratiti infettive (86%) e più bassa nel gruppo 3-congiuntiviti (38,6%).
Di tutti i casi analizzati e classificati dallo studio 9 erano casi di portatori di lenti a contatto ortocheratologiche legati a cheratite infettiva.
Lo studio di Wang, a cui ho fatto principale riferimento in questo mio articolo, conclude affermando che: con la crescita dell’uso di lenti a contatto nella popolazione pediatrica e adolescenziale, associata all’alta frequenza di blefarocongiuntiviti, e le conseguenti infezioni della superficie oculare da stafilococco, genitori e figli devono essere rigorosamente vigili e attenti in fatto di igiene delle palpebre, pulizia e manutenzione delle lenti a contatto.
Sicurezza delle lenti a contatto ortocheratologiche: questione di igiene e controllo
Mi sento, inoltre, di aggiungere, come ho più volte già espresso, che un altro fattore determinante per la sicurezza, anche a lungo termine, delle lenti a contatto ortocheratologiche e normali è il rispetto del calendario delle visite programmate dal medico oculista (oftalmologo) e dall’optometrista applicatore delle lenti a contatto.
Solo il medico oculista (oftalmologo) può riconoscere e diagnosticare le patologie oculari e intervenire tempestivamente nei casi in cui risulti necessaria una terapia, comprese le complicanze di natura infettiva trattate in questo articolo. Soltanto l’optometrista applicatore di lenti a contatto può gestire, monitorare e modificare il corretto fitting di una lente a contatto, al fine di non produrre complicanze meccaniche geometricamente connesse all’interazione tra superficie oculare e lenti a contatto o complicanze di natura metabolica relative al non corretto e sufficiente apporto di ossigeno alla cornea durante l’uso delle lenti a contatto di giorno o delle lenti ortocheratologiche di notte (anch’esso correlato ad aspetti chimico-fisici del materiale selezionato per la costruzione delle lenti a contatto in questione). Inoltre, controllifrequenti consentono al paziente di essere inviato tempestivamente dall’oculista, in caso di necessario intervento medico, prima ancora dell’instaurarsi dei sintomi.
Supportati dalla letteratura scientifica, possiamo, quindi, affermare che l’igiene palpebrale ricopre un ruolo fondamentale nella riduzione del rischio di contrarre infezioni della superficie oculare, anche nei portatori di lenti a contatto normali o di lenti a contatto ortocheratologiche. Suggerisco, pertanto, di curare con attenzione la pulizia del viso e della cute esterna degli occhi, lavandoli con detergenti specifici, idonei alla pulizia delle palpebre, e raccomando di utilizzare salviette detergenti indicate per la cura igienica delle palpebre esterne.
Rispettando queste accortezze e il calendario delle visite di controllo dal medico oculista e dall’optometrista (ognuno per le sue specifiche competenze sopra descritte), potrete considerare l’uso delle lenti a contatto diurne e della lenti a contatto ortocheratologiche notturne una pratica sicura anche a lungo termine.
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Controllo progressione miopica: l’ortocheratologia una preziosa alleata
Ortocheratologia e controllo progressione miopica: un sodalizio vincente
L’ortocheratologia può essere considerata una strada percorribile per il controllo della progressione miopica?
Proviamo a rispondere affidandoci, come sempre, alla letteratura scientifica e, nel caso specifico, al lavoro del Dottor Leo S.W., specialista in oftalmologia presso l’Ufficio Scientifico della Società Mondiale di Oftalmologia Pediatrica e Strabismo (WSPOS).
Lo studio, intitolato Current approaches to myopia control e pubblicato sulla rivista Current Opinion in Ophthalmology, considerata risorsa indispensabile per anticipazioni e aggiornamenti di settore, vuole fare chiarezza sugli approcci scientificamente efficaci e praticabili per il controllo della progressione miopica ed il ritardo dell’insorgenza della miopia stessa nella popolazione in età pediatrica.
Leo definisce la miopia un problema globale, in vertiginoso aumento in tutto il mondo ed in particolare nelle aree urbane dell’Est e del Sud Est Asiatico. Statistiche alla mano (l’incidenza sulla popolazione è superiore all’80% e della miopia elevata è oltre il 20%), risulta fondamentale adottare strategie scientificamente efficaci per controllare la progressione della miopia e ridurre, o più verosimilmente, ritardare la sua insorgenza.
La forte diffusione della miopia è caratterizzata da un esordio sempre più precoce e risulta essere particolarmente progressiva in età pediatrica, specie in soggetti con alta miopia. Lo studio in questione ritiene che possano essere affrontati con successo ed attendibilità scientifica due aspetti legati alla miopia giovanile:
- l’insorgenza del difetto visivo, per ritardare la quale è risultato efficace aumentare il tempo trascorso all’aria aperta;
- la progressione del difetto visivo, per il controllo della quale si possono percorrere le seguenti strade.
Approccio medico-oculistico. Prevede la prescrizione e la somministrazione di atropina a basso dosaggio allo 0,01%. Questa soluzione offre un rapporto rischio-beneficio appropriato, senza effetti collaterali clinicamente significativi, e disturbi visivi limitati a fronte di una significativa riduzione della progressione miopica nell’ordine del 50%.
Applicazione di lenti a contatto per ortocheratologia. Si tratta di lenti speciali da applicare di notte e rimuovere al risveglio, in grado di far vedere bene per tutto il giorno, fino a sera. Possono rallentare la crescita della lunghezza assiale dell’occhio (allungamento dell’occhio) e di conseguenza controllare la progressione della miopia. Nonostante la validità scientifica dell’approccio, è fondamentale curare l’igiene e la manutenzione delle lenti a contatto, al fine di ridurre il rischio di contrarre infezioni della superficie oculare, quale la cheratite infettiva.
Applicazione di lenti a contatto morbide (a defocus miopico periferico). Anch’esse si sono rivelate efficaci nel rallentare la progressione miopica, seppur in misura minore rispetto all’ortocheratologia e all’Atropina a basso dosaggio.
Benefici a parte, ancora una volta, è fondamentale la collaborazione tra optometristi e medici oculisti (oftalmologi), con le relative differenti competenze, nel garantire il massimo della sicurezza e del servizio al paziente.
Come per tutte le altre tipologie di lenti a contatto, anche per le lenti a contatto ortocheratologiche è bene affidarsi all’optometrista applicatore, relativamente agli aspetti tecnici di progettazione, correzione visiva e controllo del buon andamento dell’applicazione stessa nel tempo, e al medico oculista in relazione al monitoraggio dello stato di salute dell’occhio.
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Ortocheratologia: gli effetti a lungo termine
L’ortocheratologia: i risultati di dieci anni di follow-up
Ho trovato molto interessante questo studio scientifico che si è posto come obbiettivo quello di quantificare e dimostrare l’efficacia dell’ortocheratologia e gli effetti a lungo termine sul controllo della progressione miopica (rallentamento dell’avanzamento del difetto miopico).
Il lavoro scientifico che ho commentato dall’inglese in questo articolo è lo studio di coorte di Tarutta EP e Verzhanskaya TY: Stabilizing effect of orthokeratology lenses (ten-year follow-up results), pubblicato nel 2017 sulla rivista Vestinik Oftalmologii, che edita materiali sulla diagnosi e il trattamento delle malattie degli occhi, l’igiene della visione, la prevenzione delle affezioni oculari, la storia dell’oculistica russa. La rivista contiene, inoltre, recensioni di libri sull’oftalmologia, informazioni sulle attività di società scientifiche oftalmologiche, cronache di congressi e conferenze e si rivolge ad oftalmologi ed altri operatori scientifici che si occupano di problemi clinici derivanti da malattie degli occhi ed inerenti alla fisiologia della visione.
Ortocheratologia ed effetti a lungo termine
La percentuale di popolazione miope negli adulti varia del 20-50% in Europa e Stati Uniti e del 60-90% nei paesi asiatici. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), la miopia è una delle cinque principali cause di cecità e ipovisione nel mondo. La prevenzione o il rallentamento della progressione miopica è un’importante questione su cui impegnarsi per ragioni di salute pubblica.
Negli ultimi anni l’ortocheratologia (ortho-k) – la tecnica di correzione visiva che fonda il suo principio di funzionamento sull’applicazione di speciali lenti a contatto che se indossate di notte consentono di vedere bene per tutto il giorno – è risultata efficace nel rallentare la progressione della miopia. Questo studio ha voluto proprio indagare gli effetti a lungo termine (10 anni) sulla dinamica di crescita assiale dell’occhio (allungamento dell’occhio) nei bambini e negli adolescenti miopi, prodotti dall’indossare lenti ortocheratologiche (ortho-k) notturne.
Lo studio
Sono stati reclutati 84 pazienti (168 occhi) di età compresa tra i 7 e i 16 anni e con accertata miopia progressiva da -1.00 a -7.00 D (diottrie). I pazienti sono stati esaminati ogni tre mesi, incluso l’esame in lampada a fessura per rilevare eventuali effetti collaterali connessi al porto delle lenti a contatto per ortocheratologia.
Lo studio ha dimostrato l’efficacia dell’ortocheratologia sul rallentamento della progressione del difetto visivo (miopia) analizzato per un periodo di 10 anni.
In conclusione un altro studio scientifico, condotto con assoluta rigorosità metodologica e pubblicato su un’autorevole rivista di settore, ha confermato che l’utilizzo a lungo termine di lenti a contatto per ortocheratologia è in grado di rallentare la crescita assiale dell’occhio, vale a dire la progressione della miopia.
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Ortocheratologia: i benefici sul rallentamento della miopia
Efficacia, sicurezza e accettabilità dell’ortocheratologia sul rallentamento dell’allungamento assiale degli occhi nei bambini miopi
Ho ritenuto molto utile ed interessante fare una traduzione commentata di questo lavoro scientifico di Meta-Analisi condotto dagli autori Li SM, Kang MT, Wu SS, Liu LR, Li H, Chen Z e Wang N e pubblicato a maggio 2016 sulla rivista Current Eye Research.
Lo scopo principale del giornale scientifico Current Eye Research è quello di pubblicare articoli che comprendono tutte le aree di ricerca dell’occhio. Le aree tematiche trattate dalla rivista citata sono le seguenti: ricerca clinica, anatomia, fisiologia, biofisica, biochimica, farmacologia, biologia dello sviluppo, microbiologia e immunologia.
L’obiettivo di questo lavoro di Meta-Analisi (la meta analisi è uno strumento matematico-statistico molto potente ed offre una sintesi dei risultati provenienti da vari studi su un selezionato argomento medico e scientifico) consisteva nel confrontare l’efficacia, la sicurezza e l’accettabilità dell’ortocheratologia in relazione al rallentamento dell’allungamento assiale degli occhi (più un occhio si allunga più incrementa la miopia) tra due gruppi di bambini reclutati.
I due gruppi erano così composti: un gruppo di bambini corretti e trattati con lenti a contatto per ortocheratologia ed un gruppo di controllo corretti con occhiali da vista con lenti monofocali.
I ricercatori ed autori di questo lavoro hanno cercato studi randomizzati e controllati in MedLine, Embase e Cochrane Library fino al gennaio 2015 e hanno messo a confronto le differenze medie tra i due gruppi reclutati (quello composto da bambini corretti con lenti a contatto per ortocheratologia e quello di controllo con bambini corretti tramite occhiali da vista). I dati, statisticamente comparati, si riferivano all’allungamento assiale oculare, ai tassi di incidenza di eventi avversi ed alla percentuale di abbandono d’uso delle lenti a contatto e degli occhiali.
Ortocheratologia e miopia: i risultati dello studio
I risultati ottenuti dalla valutazione dei dati raccolti da più studi selezionati (per un totale di 667 bambini analizzati di età compresa dai 6 ai 16 anni) hanno dimostrato a 6 mesi, 1 anno, 1,5 anni e 2 anni, differenze medie di allungamento assiale oculare di -0.13 mm, -0.19 mm, -0.23 mm e -0.27 mm (p <0.01) rispetto al gruppo di controllo che indossava occhiali da vista.
L’effetto sul controllo della progressione dell’allungamento dell’occhio si è dimostrato maggiore nei bambini asiatici rispetto a quelli caucasici (-0.28 mm contro -0.22 mm) e nei bambini con miopia moderata/elevata rispetto ai bambini con miopia bassa (-0.35 mm contro -0.25 mm).
Gli autori di questo rigoroso lavoro di Meta-Analisi concludono che l’Ortocheratologia ha significativamente maggiore efficacia nel controllo dell’allungamento assiale dell’occhio rispetto alla correzione ottica tramite occhiali da vista. I risultati sulla sicurezza e sull’accettabilità sono buoni e, come emerge dallo studio, sembra esserci un effetto di maggior controllo della progressione della miopia nei bambini cinesi rispetto a quelli caucasici ed in quelli con più elevata miopia iniziale rispetto a quelli con miopia bassa.
Dalla scienza, attraverso un potentissimo strumento matematico-statistico, ci giunge un’ulteriore conferma: la scelta di orientarsi verso l’applicazione di lenti a contatto per ortocheratologia nella gestione dei giovani miopi, al fine di controllarne l’incremento della miopia, è efficace e sicura.
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Controllo della progressione miopica: l’ortocheratologia la soluzione migliore
Controllo della miopia: strategie efficaci e non
Con questo articolo desidero porre l’attenzione su una recentissima review condotta da Walline JJ. e pubblicata sulla rivista internazionale Eye & Contact Lens [1].
Una review ricordo essere uno tra gli strumenti di ricerca scientifica dai più alti livelli di attendibilità ed il cui obiettivo è quello di riassumere dati provenienti da studi scientifici su di uno specifico argomento per individuare, evidenziare e valutare tutte le prove pertinenti ad una precisa questione scientifica [a].
La review di Walline, oggetto della mia traduzione commentata, si è posta come obiettivo quello di esaminare la letteratura peer-reviewed relativa alle diverse modalità correttive, ai suggerimenti impartiti e alle pratiche cliniche adottate dai professionisti dell’eye care, al fine di tentare di controllare la progressione miopica.
Ciò che è emerso da questo rigoroso lavoro è che diverse strategie si sono dimostrate inefficaci per il controllo della miopia, tra cui la sottocorrezione del vizio di rifrazione miopico (correzione ottica più bassa rispetto alla miopia totale rilevata), l’applicazione di lenti a contatto rigide gas permeabili normali, l’incremento del tempo trascorso all’aperto e la prescrizione e l’utilizzo di lenti per occhiali bifocali o multifocali [1].
È interessante notare anche che l’incremento del tempo trascorso all’aperto dai giovani miopi è risultato efficace per ridurre l’insorgenza della miopia, ma non per rallentare la progressione del vizio di rifrazione stesso [1]. Clamoroso confutare ciò che per decenni molti specialisti hanno suggerito riguardo la sottocorrezione ottica nei giovani miopi, specie in età scolare. Questa nuova certezza scientifica merita, dunque, particolare attenzione al fine di scoraggiare qualsiasi proposta correttiva in tal senso.
Controllo della progressione miopica: quali i metodi più efficaci
I metodi risultati più efficaci per il controllo della progressione miopica sono stati:
- l’ortocheratologia;
- l’applicazione di lenti a contatto morbide multifocali con una geometria specifica detta “center distance”;
- la prescrizione e somministrazione di farmaci antimuscarinici [1].
L’ortocheratologia e le lenti a contatto morbide multifocali sono entrambe in grado di generare una particolare sfocatura della retina periferica, detta defocus miopico periferico, che pare essere il fattore determinante per il controllo dell’avanzamento delle miopia. Entrambi i metodi hanno dimostrato un’efficacia media di circa il 50% sul controllo della miopia. Tutti gli studi presi in considerazione dalla review, compresi i trials clinici randomizzati e controllati, hanno dimostrato un rallentamento, clinicamente significativo, della progressione miopica con l’ortocheratologia e con le lenti a contatto morbide multifocali “center distance” [1].
Gli agenti antimuscarinici più studiati sono la pirenzepina e l’atropina. La pirenzepina rallenta la progressione miopica di circa il 40%. L’atropina fornisce il miglior controllo della miopia rispetto a tutti gli altri metodi studiati, ma gli effetti collaterali di questo farmaco lo rendono un agente di controllo della miopia raramente prescritto. Tuttavia, a bassa concentrazione, l’atropina ha dimostrato di fornire un controllo della miopia comunque efficace con molti meno effetti collaterali rispetto al farmaco all’ 1% di concentrazione di atropina. L’utilizzo dell’atropina a basso dosaggio e l’incremento delle ore trascorse all’aperto risultano molto efficace per ridurre il rischio di insorgenza della miopia [1].
Emerge con forza da questa review che, seppur l’atropina sarebbe il metodo più efficace per controllare l’avanzamento della miopia, i suoi effetti collaterali, compresi quelli minori indotti dalla variante del farmaco a basso dosaggio, non ne fanno una strada favorevolmente percorsa e suggerita dagli specialisti, mentre l’ortocheratologia va considerata, allo stato attuale delle conoscenze e dei mezzi a disposizione, la soluzione contestualmente più sicura ed efficace per il controllo della progressione miopica.
Nel corso degli ultimi anni, si è appreso molto su come rallentare la progressione della miopia nei bambini, ma abbiamo ancora molto da imparare e scoprire.
Bibliografia:
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Walline JJ. Myopia Control: A Review. Eye Contact Lens. 2016 Jan;42(1):3-8
Sitografia:
Note:
I farmaci in Italia possono essere prescritti ed utilizzati solo dal medico specialista, le informazioni riportate si riferiscono a studi internazionali ove alcune regole relative all’accesso dell’uso e alla prescrizione di alcuni farmaci potrebbero essere estese anche ad altri professionisti qualificati tra i diversi paesi.
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