Ortocheratologia per la prevenzione della progressione miopica nei bambini

Un rapporto dell'American Academy of Ophthalmology

Aggiornato: 2 Febbraio 2023

Molti genitori affrontano la miopia dei loro figli come un semplice “inconveniente” anche se la condizione può avere, nel tempo, gravi conseguenze per la salute degli occhi. La miopia progressiva in un bambino, se non trattata, con metodi dimostrati scientificamente validi per rallentare l’avanzamento della stessa, può svilupparsi in miopia elevata [1-2]. L’alta miopia pare essere tra i cofattori alla base dell’insorgenza di tipiche patologie oculari ad essa associata con una certa correlazione statistica [3].

Secondo un rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, la miopia non corretta è la principale causa di compromissione della vista [4].

Su questo delicato argomento in tema di prevenzione oculare e strategie per il controllo della progressione miopica, con particolare riferimento all’ortocheratologia, è stato condotto un rapporto, di altissimo valore scientifico e prestigio accademico, dall’American Academy of Ophthalmology [5].

L'American Academy of Ophthalmology è un'associazione medica professionale di oftalmologi. Ha sede a San Francisco, in California. Con i suoi 32000 medici appartenenti all’accademia, comprende oltre il 90 per cento degli oftalmologi praticanti negli Stati Uniti e oltre 7000 membri all'estero [6]. La missione dichiarata dall'Accademia è "proteggere la vista e migliorare le vite operando come ente a difesa dei pazienti e del pubblico, guidando l'educazione e facendo progredire la professione oftalmologica" [6].

Lo scopo di questo rapporto è stato di rivedere le prove pubblicate per valutare la capacità del trattamento con lenti per ortocheratologia (Ortho-K) per ridurre la progressione miopica nei bambini e negli adolescenti rispetto all'uso di occhiali da vista o lenti a contatto ad uso diurno per la correzione classica dei difetti di vista.

Sono state incluse nel rapporto le ricerche di letteratura ricavate dal database di PubMed, della Cochrane Library e dei database delle sperimentazioni cliniche condotte sino al 23 maggio 2017, ma limitatamente agli articoli pubblicati in inglese. Queste ricerche hanno prodotto 162 citazioni, di cui 13 sono state ritenute clinicamente rilevanti per la revisione e l'inclusione del testo completo in questa valutazione.

I 13 articoli selezionati per la stesura del rapporto includono 3 studi clinici prospettici e randomizzati; 7 studi comparativi prospettici non randomizzati e 3 serie di casi retrospettivi. Uno studio ha fornito prove di livello I, 11 studi hanno fornito evidenza di livello II e 1 studio ha fornito evidenza di livello III. La maggior parte degli studi sono stati condotti su popolazioni di etnia asiatica. Il cambiamento nella lunghezza assiale è stato il risultato primariamente preso in considerazione per 10 dei 13 studi e il cambiamento della refrazione manifesta è stato il risultato primariamente analizzato per 3 dei 13 studi. In queste ricerche, le lenti Ortho-K (ortocheratologia notturna) hanno tipicamente ridotto l'allungamento assiale di circa il 50% in un periodo di studio di 2 anni. Ciò corrisponde a valori medi di variazione della lunghezza assiale di circa 0,3 mm per i pazienti Ortho-K rispetto a 0,6 mm per i pazienti del gruppo di controllo, che corrisponde a una differenza tipica di rifrazione di circa 0,50 D. E’ inoltre risultato che l’ortocheratologia sembrerebbe più efficace nei soggetti più giovani e con diametri pupillari maggiori. L’interruzione dell’uso delle lenti ortho-k pare essere associato ad un incremento del tasso di progressione della miopia.

L’American Academy of Ophthalmology conclude il suo rapporto affermando che l'ortocheratologia è efficace nel rallentare la progressione miopica nei bambini e negli adolescenti, con un effetto potenzialmente maggiore se iniziata in tenera età (6-8 anni). In relazione agli aspetti sulla sicurezza del trattamento con lenti ortho-k, la preoccupazione più grande resta a causa del rischio potenziale di cheratite microbica (severa infezione corneale) che risulta avere una maggiore incidenza negli utilizzatori di lenti a contatto [6].


In questo articolo:

Ti potrebbero interessare